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Give back: l’esperienza Dario Iacovino, ex Mentee ora Mentor M4U e Senior Consultant @ Deloitte

di Team Editoriale | M4U

Dario ha 31 anni, è nato a Potenza e cresciuto in un piccolo paese, che si chiama Tito. Crescere in una piccola realtà gli ha permesso di avere determinati valori e priorità, che porta dietro ancora oggi e di cui va fiero. Ha frequentato l’Università di Napoli Federico II, dopodiché terminati gli studi si è trasferito a Milano, città in cui ha iniziato la sua carriera professionale all’interno del mondo della consulenza.

Fai parte di M4U da tanti anni, essendo entrato a far parte della Community come Mentee: quando il Mentoring è stato fondamentale nel tuo percorso da studente a professionista?

Il Mentoring è stato “VITALE” più che fondamentale e lo è stato negli ultimi due anni da studente universitario. Sono nato in Basilicata e ho studiato presso l’Università di Napoli Federico II, che tuttora ringrazio per l’eccellente preparazione fornita, ma che purtroppo non mi ha permesso di instaurare un legame più o meno forte con il mondo del lavoro. Ed è proprio in questa situazione, per me disorientante, che M4U mi ha dotato di strumenti utili e concreti per approcciarmi al mondo del lavoro, con maggiore consapevolezza. L’assegnazione di un Mentor mi ha aperto un mondo e mi ha permesso di capire le mie aspirazioni, su quali skills concentrarmi, come preparare un ottimo CV, come affrontare un potenziale colloquio e molto altro ancora. 

Quale credi sia il ruolo del Mentor nella crescita della/del Mentee che segue? Quando si rivela indispensabile?

A mio avviso il ruolo del Mentor è quello di guidare il Mentee nel suo percorso di avvicinamento al mondo del lavoro, evitando di imporgli le scelte da fare. L’obiettivo è fornirgli gli strumenti giusti per far sì che le sue scelte siano il più consapevoli possibile. Inoltre, il supporto di un professionista, che ha attraversato gli stessi momenti in cui si trova il Mentee, è un plus dal valore inestimabile. Il ruolo del Mentor si rivela quindi indispensabile nel momento in cui bisogna farsi avanti e scegliere il lavoro che più si addice alle caratteristiche e al background del Mentee. Concludo con una metafora, che a mio avviso rende molto l’idea: la relazione con un Mentor rappresenta la possibilità di vedere un film prima che esca al cinema, questo significa avere un vantaggio rispetto agli altri, che devono aspettare l’uscita del film, prima di poter giudicare o dire la loro, quindi sta al Mentee sfruttare al massimo questa anteprima!

In che modo il tuo background da Mentee ti aiuta nella tua mission di Mentor?

Trovarsi dall’altro lato credo che sia un plus, in quanto mi permette di anticipare le domande, i dubbi e le perplessità dei ragazzi. Ho già ben chiare le esigenze dei vari Mentee e questo mi consente di arrivare molto preparato ai vari one to one che vengono fatti, nonché concentrarmi anche su altri aspetti che esulano dai classici dubbi dei ragazzi.

Perché una/un professionista dovrebbe ricoprire il ruolo di Mentor? Come il Mentoring può essere d’aiuto anche a chi lo attua come Mentor?

Credo che il give back sia un po' qualcosa di innato, nel senso che non tutti siamo portati a dedicare del tempo agli altri, a prescindere dal fatto che tutto ciò sia positivo per i ragazzi e per la società in generale. Dal mio punto di vista ricoprire questo ruolo non consente solo di “dare indietro” ma anche di “avere qualcosa in cambio”, in quanto permette di confrontarsi con ragazzi molto in gamba, che possono dare degli spunti interessanti anche allo stesso Mentor. Inoltre, il network che si crea intorno al pianeta M4U rappresenta un valore importante, che consente di trarre benefici sia per il Mentee che per il Mentor.

Bisogni & domande: cosa assolutamente è necessario condividere con la/il propria/o Mentor?

Il suggerimento che do sempre ai Mentee con cui mi interfaccio è questo: chiedete quello che volete, ma soprattutto non abbiate paura a fare domande che ritenete anche “sciocche”. Sicuramente è importante condividere il proprio percorso e le proprie aspirazioni, quindi aprirsi completamente al Mentor, perché solo in quel caso quest’ultimo può dare dei suggerimenti mirati e utili. Infine, un altro consiglio è quello di cercare di instaurare con il proprio Mentor un rapporto sincero, rispettoso e che possa gettare le basi per un rapporto duraturo. Io, ad esempio, ho continuato a sentirmi con il mio Mentor anche dopo anni di lavoro ed è stato molto utile anche quello, nonostante il nostro rapporto “ufficiale” si fosse concluso anni prima.


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